Museo del Carretto a Vino

Servizio di Loredana Gelli
Musiche del Trio "La Terzina"
Testi a Cura dell'Archeoclub Colli Albani

ll “Museo del Carretto a Vino” fa parte dello stesso circuito del “Museo del Bottaio” e del “Museo del Vino”. Allestito dalla Pro Loco nell’ottobre 2002 e ospitato in una ex bettola, così detta perché adibita alla sola mescita e degustazione del vino, si trova in Via Cola di Rienzo 4/5 e testimonia il periodo fiorente della commercializzazione del vino. L’esemplare che si ammira all’interno risale ai primi del ‘900 ed è pressoché integro. Presenta due ruote e un pianale con due aste per il traino del cavallo. Interessante è la capote di tessuto cerato e imbottita che serviva al carrettiere per ripararsi dal freddo. La cappottina, veniva personalizzata con colori, decorazioni di fantasia, campanacci, campanelli e pennacchi per il cavallo. Non mancavano gli strumenti utili alla cura del destriero come il sacco per il fieno e il secchio. Il Carretto a Vino è l’Ambasciatore dei Castelli Romani come fu “Ciceruacchio” (al secolo Angelo Brunetti) che viaggiando veicolava gli ideali della Repubblica Romana. I carrettieri marinesi veicolavano gli elementi distintivi del loro luogo di provenienza contribuendo così alla notorietà di marino, quasi dei mezzi “social” ante litteram. Il carretto a vino è stato il protagonista indiscusso della campagna romana fino all’ultimo dopoguerra. I carretti erano differenti tra loro per gli apparati decorativi e i sonagli applicati a seconda del luogo di provenienza (Genzano, Marino, Frascati…), o della tipologia di vino o della tenuta agricola di produzione. Il carico di un carretto era di 8 barili da 60 litri, disposti trasversalmente lungo il pianale e fermati da funi (più un bariletto da 5 litri posizionato vicino al carrettiere). I carrettieri non giravano mai da soli. Erano sempre in compagnia dei loro cani da guardia, necessari per difendersi dai briganti, sia per il viaggio d’andata in cui trasportavano vino, sia per il viaggio di ritorno dove, ben nascosto, celavano il ricavato della giornata. L’avvento del motore con i camion e gli autocarri, attorno agli anni Cinquanta, ha soppiantato l’uso del carretto per il trasporto del vino.

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